Piccola premessa.
La produzione di energia nucleare ha una ripartizione dei costi molto differente rispetto alle energie non rinnovabili tradizionali.
Il costo di petrolio, gas e carbone influenzano infatti la convenienza o meno dell’uso di quella fonte per produrre energia.
Per il nucleare invece non è il costo del combustibile ad essere importante: l’uranio al giorno d’oggi ha costi di estrazione e lavorazione bassi e molto inferiori rispetto alla voce principale data degli investimenti iniziali (individuazione e approvazione di un sito nucleare, ed ovviamente la sua dispendiosa costruzione), molto onerosa per i finanziatori.
Fine della premessa.
La produzione di energia nucleare ha una ripartizione dei costi molto differente rispetto alle energie non rinnovabili tradizionali.
Il costo di petrolio, gas e carbone influenzano infatti la convenienza o meno dell’uso di quella fonte per produrre energia.
Per il nucleare invece non è il costo del combustibile ad essere importante: l’uranio al giorno d’oggi ha costi di estrazione e lavorazione bassi e molto inferiori rispetto alla voce principale data degli investimenti iniziali (individuazione e approvazione di un sito nucleare, ed ovviamente la sua dispendiosa costruzione), molto onerosa per i finanziatori.
Fine della premessa.
Come si collega ciò alla politica? Si collega perchè in Italia il ritorno al nucleare diventa realmente possibile non se il Governo e i suoi ministri sparano date allucinanti sulla costruzione delle prime centrali, ma solo se si fornisce ai finanziatori del progetto e agli imprenditori la sicurezza che il sostegno a tale fonte non verrà più meno, come già successe con il referendum.
Ovvero nessun finanziatore (Stato, imprese statali e/o private) investirebbe grandi somme di danaro senza la certezza di un appoggio politico duraturo nel nucleare ed il rischio di grosse perdite economiche nel caso di un nuovo stop.
La lobby del nucleare non può perciò appoggiarsi solo all’attuale maggioranza, ma deve garantirsi il sostegno anche della minoranza, nel caso un giorno le parti si invertano.
Perchè tutto cambi e allo stesso tempo rimanga com’è.
"nucleare si, ma anche certo"
E qui il PD ha il suo ruolo deleterio.
Già in tempi di elezioni aveva aperto al nucleare, mostrandosi più che disponibile.
Oggi, dovendo smarcarsi dalla destra (non vorrete mica confonderli vero??), temporeggia chiedendo che si parli solo di nucleare di quarta generazione (stiamo parlando del 2040 circa). Il problema è che con tale appoggio al nucleare, si veda la recente intervista del ministro ombra del PD Colaninno jr (questo confindustriale al servizio della "sinistra" mi ricorda, in versione grottesca, Ferrara "comunista" al servizio della CIA), non si fa altro che mascherare con un finto dissenso un incondizionato appoggio alle politiche nucleari di Berlusconi e un "siamo tutti con voi!" ai finanziatori pronti ad investire.
Senza il PDL non avremmo centrali nucleari, senza l’appoggio del PD il nucleare italiano sarebbe morto prima di cominciare.
Già in tempi di elezioni aveva aperto al nucleare, mostrandosi più che disponibile.
Oggi, dovendo smarcarsi dalla destra (non vorrete mica confonderli vero??), temporeggia chiedendo che si parli solo di nucleare di quarta generazione (stiamo parlando del 2040 circa). Il problema è che con tale appoggio al nucleare, si veda la recente intervista del ministro ombra del PD Colaninno jr (questo confindustriale al servizio della "sinistra" mi ricorda, in versione grottesca, Ferrara "comunista" al servizio della CIA), non si fa altro che mascherare con un finto dissenso un incondizionato appoggio alle politiche nucleari di Berlusconi e un "siamo tutti con voi!" ai finanziatori pronti ad investire.
Senza il PDL non avremmo centrali nucleari, senza l’appoggio del PD il nucleare italiano sarebbe morto prima di cominciare.