2 frasi degne di nota nel libro che sto leggendo in questi giorni (invece di essere in vacanza a stare a mollo in acqua… speriamo di riuscire a partire nei prossimi giorni…).
La prima descrive bene il presente: "…quando qualcosa che assomiglia al popolo emerge sulla scena sociale, agli occhi della sinistra istituzionale questa realtà appare sempre come una minacciosa deformazione. I nuovi movimenti sorti negli ultimi decenni (dalle politiche degli omosessuali portate avanti da gruppi come Act-up o Queer Nation, sino alle manifestazioni dei no-global a Seattle e aGenova) risultano in gran parte incomprensibili ai loro occhi, e quindi mostruosamente minacciosi."
L'altra è una speranza per il futuro: "Forse, un giorno, ripensando alla nostra epoca, ci stupiremo del fatto che prima di scoprire il modo di affidare la vita sociale interamente al comune, abbiamo stupidamente lasciato che la proprietà privata monopolizzasse un così gran numero di forme di ricchezza, che ostacolasse l'innovazione e che corrompesse la vita."
Il libro in questione è Moltitudine, di Hardt & Negri: concettualmente non fa una piega, ma un intero libro (o almeno la parte letta finora) di "teoria della pratica" alla lunga stufa (mi fa venire in mente il film Brian di Nazareth quando alla riunione del Fronte popolare di Giudea, dopo aver discusso per minuti di come si debba smettere di parlare di teoria e passare alla pratica, invece di salvare Brian indicono una riunione per decidere come dovrà essere salvato)