
Stefania Prestigiacomo è
la ministra italiana dell’ambiente; in teoria la figura del ministro
dell’ambiente dovrebbe preoccuparsi di difenderlo, ma non è questo il
nostro caso.
Dopo aver reintrodotto pochi giorni fa gli incentivi del Cip6
anche per l’energia elettrica prodotta dagli impianti di
termovalorizzazione dei rifiuti (detti inceneritori), eguagliandoli
così alle fonti rinnovabili, ora ha deciso di opporsi alla direttiva
europea sulle emissioni di CO2, isolandosi dal resto della Comunità
Europea.
Tale direttiva prevede la riduzione entro il 2020 delle
emissioni di CO2 del 20%, il miglioramento dell’efficienza energetica
del 20% e l’incremento della produzione di energia da fonti rinnovabili
del 20%.
La Prestigiacomo, parlando davanti all’Associazione
Nazionale Filiera Industria Automobilistica (ANFIA), ha sostenuto che
gli sforzi europei sono inutili se non applicati a livello globale,
sostenendo la dannosità anche delle misure volte a ridurre
l’inquinamento da CO2 delle automobili (mi immagino già che applausi
scroscianti, un po’ come andare a dire all’associazione italiana
parrucchieri che i calvi sono dei nemici del popolo).
Come motiva dunque la ministra la scelta di opporsi alle misure per la riduzione della CO2? Ecco una sua dichiarazione sul tema:
(AGI)
– Roma, 10 ott. – "Gli obiettivi del pacchetto clima energia vanno
inseriti nel contesto economico complessivo. Bisogna svincolare il
dibattito sul pacchetto clima-energia dal recinto dell’ambientalismo
ideologico, altrimenti tali tematiche rischiano di restare in un ambito
politico-militante, lontano dalla gente, lontano dall’economia reale,
lontano anche da qualunque concreto beneficio per l’ambiente". Lo
afferma il ministro dell’Ambiente, Stefania Prestigiacomo. "Se si vuole
che la battaglia per il clima diventi davvero una sfida condivisa, –
aggiunge – programmi ed obiettivi devono essere inseriti nel contesto
economico complessivo e, oggi piu’ che mai, essere compatibili con tale
contesto. L’Italia in passato, anche per ansia mediatica
dell’ambientalismo politico di nicchia, ha assunto impegni slegati
delle possibilita’ reali del paese; impegni che, peraltro, hanno visto
l’Italia penalizzata rispetto a partner europei che inquinano molto
piu’ di noi. Oggi bisogna cominciare a costruire perche’ la situazione
che ci ha lasciato il centrosinistra in questo campo era pessima. Ci
sono da attuare politiche concrete e sostenibili per la riduzione dei
gas serra nel sistema produttivo, in quello dei trasporti, in quello
dei consumi civili. Ma senza intenti vessatori e nella consapevolezza
che attorno alla battaglia per l’ambiente bisogna creare il consenso
degli italiani e non solo visibilita’ per maestrine e maestrini con la
penna verde.
Apprendo ora che l’effetto serra è diventato
“ansia mediatica dell’ambientalismo politico di nicchia”; c’è da dire
che in un primo momento ho pensato che tali dichiarazioni fossero uno
scherzo vista la quantità spropositata di cazzate infilate una dietro
l’altra, ma poi mi sono dovuto ricredere.
La Prestigiacomo motiva inoltre la scelta sostenendo
che il previsto contributo ambientale apportato dall’Italia è minimo e
non corrisposto al ben più massiccio impegno economico richiesto per
attuare tali miglioramenti (un po’ come dire visto che già facciamo
poco, tanto vale non fare un cazzo); oltretutto senza impegni analoghi
da parte di Usa, India e Cina l’Europa darebbe loro un vantaggio…
…per favore qualcuno le spieghi il concetto di sviluppo sostenibile!!!
Con
questo illuminante esempio di strategia ambientale se il tizio davanti
a me butta una cartaccia, allora posso farlo anch’io, non vorrò mica
limitare la mia libertà di inquinare il mondo!
pooorca boia ma io questa cosa non la sapevo proprio (anche se l’avrei potuta facilmente immaginare)… ora ho approfondito l’argomento e ne so un po’ di più, grazie dell’info! e scusa se sono (internettianamente parlando) un asociale del cazzo (il tuo blog è sempre tra i preferiti comunque). ciao!
è una questione di partecipazioni. azionarie, nello specifico. e la prestigiacomo ne ha parecchie in diverse società che operano – per il bene dell’ambiente, s’intenda – in quel di priolo e di augusta, in provincia di siracusa.. in quel golfo dove la concentrazione di mercusio è più alta che nelle miniere brasiliane. e per fortuna ch’è fuori legge..