Sentendo le parole di Napolitano a rapporto da Bush mi viene da vomitare: sulla questione Dal Molin "la posizione del governo è molto chiara ed è stata ribadita nei giorni scorsi anche da Prodi", quindi "non c’è nessun ripensamento su una decisione presa" (traduzione: se Silvio aveva già preso un accordo col suo amicone Giorgi Busc, chi siamo noi povere merde per cambiare idea), e ancora "sulle modalità di attuazione si discute e si decide insieme con la parte americana" (traduzione: la popolazione non conta un emerito cazzo, le decisioni le prendono i sovrani illuminati delle rispettive parti).
Napolitano ha poi anche ribadito che laggiù in Usa sono contentissimi del grado di prostrazione del Governo italiano (90° direi ad occhio), visto che ha notato un’ "atmosfera molto positiva verso l’Italia, al di là dell’alternarsi dei governi e delle maggioranze"… in effetti l’unica differenza è che Napolitano non ha raccontato barzellette stupide per far ridere il capo americano, altrimenti Bush non se ne sarebbe manco accorto della differenza destra-sinistra.
I conati comunque non sono provocati dalle semplici dichiarazioni rilasciate; figurarsi, se bastasse così poco sarei già morto sboccando pure le budella! Quello che mi mette in subbuglio lo stomaco è la persona che le ha rilasciate; non mi riferisco al fatto che sia il Presidente della Repubblica, il motivo vero della rabbia è l’errore che Napolitano avveva già compiuto tempo fa e che anche oggi si ostina a ripetere.
Cerco di spiegarmi: ai tempi della rivolta ungherese del 1956, nata dal desiderio della maggior parte del popolo ungherese di porre fine alla dittatura comunista le cui direttive arrivavano dritte dritte dall’Urss e repressa nel sangue dai carri armati sovietici, Napolitano, come gran parte del PCI, si allineò sulle posizioni filosovietiche che raffiguravano gli insorti come controrivoluzionari, teppisti eccetera eccetera. In parole povere già allora, dovendo scegliere se dare ragione ad un’intera popolazione in lotta o al solito gruppo di potere con armi e mezzi per farsi valere, Napolitano scelse male.
Dopo 50 anni (mi verrebbe da dire una ben lunga pausa di riflessione, per fortuna che hai campato abbastanza per pensarci bene bene), Napolitano si accorge che forse in effetti la repressione autoritaria non era "un contributo alla pace", e che non era giusto che una ristretta oligarchia (questo era il comunismo in Urss) imponesse con la forza le proprie volontà su milioni e milioni di persone.
E quindi cosa combina ora, appena un anno dopo essersi accorto che già nel ’56 era meglio dare ragione alla gente? Avvalla in pieno l’ampliamento della nuova base americana, decisa con un accordo tra i vertici dei governi Italia-Usa e tenuto segreto alla popolazione per molto tempo, nonostante sia palese che la maggioranza degli italiani (per non parlare dei vicentini) non vuole nuove basi militari, e soprattutto non vuole la guerra!
Ma guarda che non li hai più ora i 50 anni di tempo per ragionarci su e dire che hai fatto un’altra cazzata pazzesca!
L’arroganza di questi politici di sinistra eletti con i voti di gente che la guerra (abbinata con la democrazia?) non la vuole esportare e tanto meno non la vuole in casa sua, mi fa veramente incazzare!
Contro la guerra del petrolio e contro la finzione di questi pagliacci al potere!
Sabato 15 dicembre a Vicenza non avrò governi amici!
Nota: rileggendo wikipedia sui moti ungheresi, nel paragrafo Cause si può leggere nella prima riga di come il malcontento che portò all’insurrezione "era visibile negli scontri durante le partite di calcio". Stavolta i carri armati saranno quelli americani?
Da http://www.rivistaonline.com/Rivista/ArticoliPrimoPiano.aspx?id=4432 : ‘Olol Jackson, uno dei portavoce del presidio, va giù duro su Napolitano: “Quando la gente scende in piazza per chiedere giustizia e democrazia, lui tifa sempre per i carri armati: è successo nel ’56 sull’Ungheria, succede oggi”.’
Giuro che non ho copiato, sono arrivato allo stesso ragionamento con la mia testolina!
Un presidente che ignora i suoi concittadini…