Per la rubrica "i cazzi miei narrati su internet" ecco la cronaca in 4 atti del mio passaggio in Inghilterra:
Atto I: La partenza
Reduce da allegra festa (2.98 al test etilico) il pomeriggio in condizioni pietose parto per il lungo tragitto verso l’aeroporto di Bergamo (macchina fino in stazione a Imola, treno con 2 cambi per Bergamo, bus dalla stazione all’aeroporto) nel primo e unico caso in cui si vomita prima di iniziare il volo e non durante.
Il mio primo volo in aereo è stato tranquillo, salvo per le perquisizioni concentrate su di me (è casuale, è un controllo a campione, pensavo… al ritorno mi accorgerò di no, sarà colpa della barba o dell’aspetto losco???); arrivati a Londra cerchiamo un bed & breakfast e facciamo un primo giretto per le strade alla ricerca di cibo.
Atto II: London
Dopo che i dolori allo stomaco (vedi ancora alla voce allegra festa) sono finalmente passati è il momento di interrompere il digiuno e iniziare a ingozzarsi di hamburger, fish & chips e di colazioni allucinanti uovo-pancetta-fagioli-marmellate-pomodoro; dato che il tempo di permanenza previsto a Londra è breve dormiamo poco e iniziamo a girare alla ricerca di più cose possibili da vedere: passiamo da Buckingham Palace, dove la cerimonia sarà stata pure solenne ma a me sembrava una parata di carnevale, attraversiamo Green Park e arriviamo all’arco di Wellington, poi Hyde Park e infine visitiamo Westminster Cathedral, al cui interno ho il privilegio di bestemmiare, e i negozi Harrods, dove io non entro (anche perchè gli animalisti lo dovrebbero boicottare… ahi ahi paolo).
Atto III: Liverpool
Preso di corsa il bus per Liverpool ci cucchiamo 5 ore di viaggio e arriviamo cotti la sera, dove facciamo fatica a dare il meglio di noi nel gelido venerdì dei pub inglesi. Scioccante la capacità degli inglesi di resistere al freddo: con una temperatura inferiore allo zero, mentre io tremavo con giubbotto, cappuccio, guanti e sciarpa che lasciava una fessura per naso e occhi i maschi camminavano per strada in t-shirt o camicia e le femmine con gonna e nei casi più assurdi con spalle scoperte… non è solo colpa dell’alcool, c’è anche una discreta dose di ignoranza (non di quella intellettuale).
Arriva quindi il giorno della partita Liverpool-Portsmouth e ci rechiamo ad Anfield, dove ci infiltriamo nella curva degli ospiti, che mi ispirano subito simpatia (play home pompeys… pompeys play home!!!); peccato che la difesa del Portsmouth sia fatta con gli omini del subbuteo e la partita finisca 4-1 per i padroni di casa (agli ospiti non rimane neanche la possibilità di infamare gli avversari, perchè in Inghilterra appena dici una parola di troppo ti portano subito fuori dallo stadio).
Passiamo la serata a rifocillarci fino a scoppiare ad un buffet di quelli dove ad un prezzo fisso prendi quanta roba vuoi (tranne Paolo che digiuna come al solito), quindi troviamo un tipico pub inglese dove giocare a freccette e bere una birra (mezza nel caso di Dario, che se no si ubriaca); …messaggio per paolo e dario: sto ancora aspettando i ringraziamenti per le mie doti di orientamento, che se no voi eravate ancora là a chiedervi dove stava la kop, buffoni!
Il giorno seguente rigiriamo per Liverpool e zone limitrofe, e per la prima volta in vita mia vedo anche baristi collassati oltre che clienti (oltretutto alle 3 del pomeriggio!); passiamo infine la notte a giocare a pallone in centro a Liverpool, facendo scattare con una pallonata l’allarme del negozio del Liverpool F.C. (saluti alla volante che 15 minuti dopo è venuta a girare per le strade del centro).
Atto IV: Il ritorno
Dormicchiamo in aeroporto a Liverpool, quindi mi faccio riperquisire e tastare fin nelle minime pieghe dei pantaloni e delle scarpe, fino a quando dario non decide che è il caso di farmi una foto mentre mi esaminano; dato che le foto in quella zona sono proibite, i 2 controllori spostano velocemente le attenzioni su di lui, regalandogli una bella figura di merda e lasciandomi andare.
Aereo-treno-macchina entro sera si ritorna a casa, con 2 chili e mezzo in più nella pancia e un gran desiderio di farsi una doccia.
Buon nat..urale martedì a tutti, ricordando che se la pena di morte non fosse mai esistita nessuno avrebbe crocifisso Cristo, con conseguenza tante sofferenze evitate e una religione in meno!