Fedeli al capolinea

Una volta (io ero ancora troppo piccolo, anche se è storia recente) in Italia la sinistra inseguiva un ideale (giusto) seguendo un esempio (sbagliato).
Diciamo che una volta si seguiva una linea, e si era ad essa fedeli; tale linea poteva essere storta o curva, ma almeno se sbandavi o uscivi di pista potevi cercare di rimetterti in carreggiata.
E’ evidente che ormai si è arrivati al capolinea e della linea di un tempo non rimangono che macerie: nella sinistra una categoria di partiti l’ha capito e ha deciso di salire sul carro del vincitore, dichiarandosi capitalista e rinnegando  il passato, anzi addirittura negandone l’esistenza stessa (cioè rinnegare mi sta bene, ma negare di essere stato comunista dopo anni nel PCI ti rende poco credibile, la gente potrebbe anche pensare che spari balle molto facilmente).
L’altra categoria di partiti invece non si è ancora ripresa dalla botta ricevuta dal crollo del muro che gli è caduto in testa, ed è lì che si guarda da una parte e dall’altra e non sa che fare: “siamo per il capitale o no?” “siamo pacifisti senza se e senza ma o con ma senza se o senza Mao ma con se?” e altre domande esistenziali che più che essere Rifondazione dovrebbero chiamarsi Riaffondazione. Questa categoria di partiti adesso dovrebbe ricucire la diaspora per riunirsi in un’unica cosa, la Cosa Rossa, anche se ora che sono al Governo mi sembrano un po’ sbiaditi; io ci caverei una “s” dalla parola Rossa, che renderebbe più l’idea.
Ma oggi volevo dedicarmi di più alla prima categoria, dato che sono loro oggi a fondersi in un’unica entità, il famigerato piddì, unione di diesse e dielle.
Non contenti di essere passati da PCI a PDS, ora tolgono anche la S e diventano PD… tra un po’ direi che potranno togliere anche la D, allearsi con il loro pseudo-nemico e rinominarsi tutti insieme P(2).
Quello che non riesco proprio a capire delle primarie del 14/10 non è tanto il fatto che si va a votare sapendo già chi ha vinto, ma che le proposte dei candidati sono così uguali e hanno differenze così minime che in pratica il voto si riduce ad esprimere la preferenza al candidato più simpatico, quello con la faccia più bella. Perché ci si è ridotti a fare politica in tal modo? E’ colpa della non esistenza di una linea o del contagio del modo di fare politica di Berlusconi?
A me sembra il gioco delle tre carte dove la donna vince e i due jack perdono…. solo che la donna non c’è, ci sono solo 3 jack perdenti (ora che l’ho scritto mi accorgo che sembra una presa per il culo della povera Rosy, mentre io volevo solo rendere l’idea della totale indifferenza tra un candidato e l’altro).
Come si fa a sostenere di essere portatrici di un progetto nuovo se ognuno dei 2 partiti fondatori porta i suoi vecchi esponenti per fondere il peggio delle idee Ds con il peggio di quelle Dl?

Che si è arrivati al capolinea d’altronde lo si può capire da tre cose:
1)  Giovanni Lindo Ferretti: premettendo il rispetto che ho per la persona e l’artista, se il più fedele di tutti alla linea oggi vota per la destra e va a parlare al Meeting di Comunione e Liberazione, qualcosa non va!
2) I valori: oggi quello che conta di più alla nuova sinistra che è il PD non sono le persone, il sociale, i poveri: l’unica cosa che è veramente importante e che fa godere al suo minimo aumento tutti i politici di centro-sinistra è il PIL (da non confondersi con “u pilu” che è di altre categorie politiche). Esempio: i lavavetri aumentano il PIL? Nooo?? E allora che si levino dalle palle!
3) Il concetto di sicurezza: oggi la gente non va difesa dalla mafia o dalla criminalità organizzata, va tutelata invece dal diverso (di pelle, di nazionalità, di pensiero, di cultura). La legalità non è più combattere il lavoro nero o la corruzione, è evitare che la gente dipinga i muri o abiti spazi vuoti. E allora che l’ignoranza sia forza e la libertà schiavitù.

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One Response to Fedeli al capolinea

  1. iggy says:

    gran bel pensiero e, di conseguenza, gran bel post.
    condivido e sottoscrivo (e bestemmio pure ché io i cccp li ho visti suonare 4 volte..)

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