La Chiesa e il suo esercito inconsapevole

 

Che la religione sia l’oppio dei popoli è ormai un ragionamento vecchio e già  ampiamente discusso; per rendere più attuale l’argomento bisognerebbe iniziare a chiedersi se essa sia una droga pesante o una droga leggera.
Di sicuro assumerne in doti massicce, soprattutto da parte di elementi già con qualche problema, provoca (vedi la delirante parte destra della pagina) gravi danni al cervello.
Ma voglio tornare a parlare di casi normali.
Due settimane fa sono stato al battesimo del figlio di un mio amico: sarà perchè erano anni che non assistevo ad una cerimonia religiosa, o sarà per motivi personali, ma la cosa mi ha piuttosto disturbato, quindi voglio vedere se a scrivere due righe "esorcizzo il trauma".
Imporre le proprie scelte ad una persona ancora incapace di intendere e di volere, decidendo già da subito cosa dovrebbe essere la sua vita, mi sembra altamente ingiusto, e immedesimarmi nel bambino battezzato mi ha provocato un certo fastidio.
E mentre assistevo al battesimo sono arrivato a questa considerazione: il "cattolico medio" (o almeno il “cattolico medio” che io conosco), preso da solo, cioè escluso dal contesto di cui fa parte, è spesso una persona rispettosa delle libertà altrui.
Si può cioè discutere senza problemi di cosa sia la Chiesa e ragionare sui difetti che ha, fino a criticare quelli che sono le sue contraddizioni più palesi (penso alla lotta per la vita degli embrioni mentre si condannano a morte milioni di persone impedendo la diffusione del preservativo o alla predica sull’amore quando si condanna come la peste l’amore omosessuale): in sostanza si può semplificare grossolanamente il tutto dicendo che la maggioranza dei cattolici se ne frega dei dogmi imposti dal capoccia tedesco, l’importante è avere qualcosa di rassicurante in cui credere o poter seguire un modello morale.
E fin qui tutto bene allora no?

Il problema sorge quando i tanti singoli cattolici si fondono nell’istituzione che li rappresenta: a capo della Chiesa infatti non ci sono persone che rappresentano il campione medio del credente, bensì le frange più retrive e conservatrici del cattolicesimo.
E’ questa l’anomalia più preoccupante, che distingue le religioni (e anche le monarchie) da qualunque altro partito/associazione/istituzione, nel quale il rappresentante incarna  i pensieri e la volontà dei rappresentati, e quando ti accorgi che il tuo rappresentante non la pensa come te, beh vuol dire che è meglio che te ne cerchi un altro!
Nella Chiesa invece non puoi pensare con la tua testa, perché è il prete a incanalare il tuo pensiero, è il vescovo a dirti cosa è eticamente corretto e cosa no, addirittura è il Papa a dirti cosa devi votare.
Certo il cattolico può rifiutare questo o quel consiglio, e fare di testa sua quello che ritiene più giusto, ma in ogni caso non può mai contestare quello deciso da colui che lo guida, perché è considerato moralmente inferiore, anzi deve regolarmente confessarsi dal prete, pentendosi degli errori che ha commesso non seguendo i dettami imposti.
In poche parole diventa impossibile formulare una critica dall’interno ad una organizzazione strutturata in tal modo; il risultato di tutto ciò non è altro che una costante deriva conservatrice del pensiero religioso (a meno ovviamente che una persona, tirata troppo la corda, decida di smettere di seguire gli “ordini” del prete).
Ed è così che, per bocca della CEI e del Vaticano, la posizione della minoranza più bigotta e repressa dei cattolici parla anche a nome di milioni di italiani “credenti moderati”, che magari vanno a messa due volte l’anno, ma che di certo non possono contraddire il loro capo spirituale, e si trovano involontariamente ad essere partecipi dei concetti più retrivi.
Se un gruppo di vecchietti fanatici (e politicanti ossequiosi al seguito) decide che la pillola del giorno dopo è da proibire, che l’aborto non può essere una scelta delle donne, che l’unico modo di amare una persona è con un matrimonio, benissimo, allora anche il 90% e passa degli italiani dovrà pensarla così! 

Concludo con un ultimo pensiero su un film strettamente legato a queste tematiche.
Qualche giorno fa ho visto “Vogliamo anche le rose”, documentario sulla situazione femminile negli anni ’60-’70: anche senza apparire ufficialmente è la Chiesa ad avere il ruolo del villain, e per giunta cattivissimo, perché solo i personaggi dei film più cattivi non combattono in prima persona, ma mandano i propri scagnozzi a fare il lavoro sporco.
E così il Papa non è mai citato, ma è il marito sessista o il padre oppressivo a imporre la sua volontà, è la polizia a reprimere la manifestazione svolta in ricerca di un diritto negato, è il prete a dire che l’aborto è un omicidio.
Purtroppo oggi siamo nel 2008, e dobbiamo tornare a lottare per difendere diritti che avevamo già acquisito e che vogliono toglierci di nuovo: e la lotta è impari, perché combattiamo contro una elite di ultraconservatori alla guida di un gigantesco esercito, mandato inconsapevolmente a schiacciarci.

 

This entry was posted in (s)clero. Bookmark the permalink.

One Response to La Chiesa e il suo esercito inconsapevole

  1. Mattia says:

    Ottimo manodigitato bONZ!
    Non devi aver rimorso alcuno per la tua volontaria partecipazione a quell’ambigo rito ecclesiastico.
    Non è stata la promessa di un luculliano banchetto che ti ha fatto entrare in quella informe deforme straniforme chiesa zoliniana…bensì la tua personale consapevolezza che da quel giorno sei diventato il più temuto anticlericale infiltrato tra le viscere della chiesa!!
    Le mura di una fortezza sono più cedevoli se minate dall’interno!
    Grande bONZ!
    Alla prossima

Comments are closed.