Il peggio del peggio della campagna elettorale

Oggi finalmente finisce la campagna elettorale; sembrava non terminare mai questa sorta di sagra della cazzata, i cui punti salienti sono stati il lamentarsi della scopiazzatura reciproca dei programmi e la disposizione dei simboli nelle schede.
A dir la verità non l’ho seguita neanche più di tanto questa volta: molti post letti da noblogs, vari articoli dal Manifesto, un po’ di televideo e pochissima televisione (eccetto le conferenze stampa dei candidati, dove erano lasciati liberi di dare il meglio ed il PEGGIO di sé; di quelle ne avrò guardate quasi la metà, soprattutto quelle dei partitini minori).
Ho dunque stilato la classifica delle 3 più grandi cagate sentite in questa campagna (anche se, sapendo bene che le ultime ore concedono sempre piacevoli sorprese, mi riservo di apporre aggiunte alla graduatoria):

3° posto:
Ferrara Giuliano: “Io sono laico!” (e immaginatevelo mentre ve lo dice con quel suo faccione sudato e paonazzo, blaterante di milioni e milioni di assassini e stragi abortiste)
2° posto:
Imprecisato esponente di La Destra – Fiamma Monocolore (il colore inteso è ovviamente quello marrone della merda): atteggiandosi a uno che la questione l’ha ponderata attentamente: “E se questi nomadi  vogliono fare i nomadi, beh che li vadano a fare a casa loro!”.
1° posto:
Berlusconi Silvio: “Mangano è stato un eroe” … che dire, riesce sempre a spararla più grossa lui, Provenzano santo subito!
 
(ora la parte seria)
Nonostante tutto questo, ho intenzione di andare a votare! Voterò un micropartito che non ha praticamente nessuna speranza di eleggere un rappresentante, ma penso sia sempre meglio che lasciare scheda bianca: avrà gli stessi effetti di non votare, ma almeno lascerò il segno che io ci sono, e che voglio un cambio radicale per il paese.
Ma voterò anche per tutta quella gente che ha dato la vita perché io oggi abbia questo diritto, anche se probabilmente si rivoltano nella tomba vedendo come questa classe politica ha trasformato la loro democrazia conquistata col sangue in un’oligarchia. Penso che lottare per una forma governativa migliore dell’attuale democrazia rappresentativa sia un dovere, ma scegliere di votare/non votare non c’entra molto con questa lotta, che ha bisogno di contestazioni attive e forti piuttosto che di rinunce passive.
Voglio dire, se anche a votare ci andasse il 40%, quello con più voti si sentirebbe lo stesso il capo assoluto eletto dal popolo; l’unico vero modo per cambiare è urlarglielo in faccia che non ne possiamo più!
Poi se uno non si sente rappresentato da nessuno, pazienza, anche se non vota l’importante è che urli pure lui.

Ps: devo dire che ci ho provato a esporre il mio pensiero in modo chiaro, leggendo, rileggendo e correggendo quanto scritto, ma credo proprio di non avercela fatta! Boh, spero che il senso del messaggio sia arrivato, meglio di così oggi non ho saputo fare, e di stare zitto non mi andava.

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3 Responses to Il peggio del peggio della campagna elettorale

  1. bONZ says:

    Ci hai preso al secondo colpo, è sinistra critica! Ma comunque solo alla camera, per il senato sono troppo giovane e alle amministrative il partito più a sinistra disponibile è l’arcobaleno, tra l’altro coalizzato con il PD… scheda bianchissima!

  2. fai come me, dillo che voti PCL! 🙂
    (se non è PCL è sinistra critica, s’è capito)

  3. iggy says:

    messaggio forte e chiaro. come l’urlo.

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