Bologna, 2 agosto 2015

 

Si è svolta oggi la 35° commemorazione della strage di Bologna, nella quale 85 persone persero la vita e più di 200 rimasero ferite.
Sul palco si sono succeduti gli interventi del presidente dell’associazione dei familiari delle vittime, del sindaco di Bologna Enzo Raisi e del Presidente del Consiglio Gianfranco Fini, la cui presenza testimonia la notevole importanza che il Governo ripone in questa ricorrenza.
Fini ha nel suo discorso inizialmente elogiato l’operato della magistratura, sottolineando come le ultime riforme nel tema della giustizia, ovvero l’elezione dei magistrati da parte dei cittadini, l’accesso alla carriera da parte degli stessi tramite test psicoattitudinali e l’inasprimento delle loro responsabilità civili in caso di errore, abbiano sensibilmente migliorato l’operato dei giudici.

Solo grazie a tali misure, ha affermato Fini, si è infatti potuto fare luce su questa triste vicenda: si è così potuto dimostrare l’innocenza di Mambro, Fioravanti e Ciavardini, scagionandoli da ogni accusa infamante. Si è poi anche potuto constatare che la pista palestinese era anch’essa errata; ciò grazie alle preziose rivelazioni dell’ex-terrorista di Prima Linea Roberto Sandalo, che dal carcere di Sulmona, grazie alle nuove tecniche di interrogatorio rese possibili dallo stato di emergenza permanente dichiarato lo scorso anno, hanno permesso la ricostruzione degli eventi legati alla strage. Sandalo, arrestato pochi mesi prima del 2 agosto 1980, ha comunque ammesso che il gruppo terroristico di sinistra al quale apparteneva stava preparando da tempo l’attentato, anche con la sua complicità: non è stato però possibile risalire ai nomi degli esecutori materiali della strage e alle motivazioni che hanno condotto a tale gesto a causa del suicidio dello stesso Sandalo, avvenuto in circostanze non ancora del tutto chiarite pochi giorni dopo le scottanti rivelazioni.
Fini ha infine espresso solidarietà ai familiari delle vittime ed ha abbracciato commosso il sindaco Raisi, poco prima del minuto di silenzio tenuto alle 10.25. La folla presente ha quindi tributato un lungo applauso al ricordo delle vittime, vigilata da un imponente dispiegamento di militari ed agenti in borghese mescolati tra i cittadini, che presidiavano in maniera massiccia la piazza adiacente alla stazione e le zone circostanti, sotto il comando diretto dei vertici delle forze armate, presenti per l’occasione proprio nei primi posti sotto al palco.
Fortunatamente i militari non hanno avuto l’occasione di intervenire, nonostante si temessero contestazioni verbali o azioni violente da parte di minoranze delinquenziali anarchiche, che si sono comunque messe in evidenza con il ritrovamento, la mattina stessa, di scritte ingiuriose e minacciose nei confronti di Fini e La Russa su alcuni muri nei pressi della stazione: un atto meschino che non è riuscito però a rovinare la giornata, ed i cui colpevoli, promette il capo della sezione Videocontrollo della Polizia Francesco Gratteri, saranno presto assicurati alla giustizia.

 

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