Morte cerebrale e cervelli non funzionanti

In perfetto accordo con il nuovo corso voluto da Ratzinger, la Chiesa mette le mani sempre più avanti; qualche giorno fa è stato l’Osservatore Romano a fare la sua bella sparata, con un articolo che contestava il criterio di morte universalmente riconosciuto, basato sull’encefalogramma piatto, proponendo l’arresto circolatorio, ponendo così dubbi anche sulle possibilità di espianto degli organi da trapiantare.
Dopo i diritti delle coppie e l’aborto siamo così arrivati a vedere attaccati principi vecchi di 40 anni, e siamo su una strada così brutta che a breve saranno contestati anche l’evoluzionismo (d’altronde è già sotto attacco negli Usa) e la rotazione della Terra intorno al Sole .

Ma concentriamoci ora sui possibili criteri di definizione di morte da suggerire alla Chiesa, dato che è ovvio che non si può determinare il decesso per morte cerebrale a gente a cui l’encefalogramma è stato piatto sin da quando sono nati (o da quando erano feti, o da quando erano gameti, o dalla prossima che si inventeranno….).
Prendendo spunto dalla cinematografia ho avuto qualche interessante idea:

  • una persona è morta quando gli viene decapitata la testa  (con questo si va sul sicuro, e poi fa molto Highlander…)
  • un individuo muore solo quando gli viene conficcato un paletto nel cuore (questa invece fa molto Dracula)
  • la morte non sopraggiunge se il morto viene animato in qualche modo, del tipo qualcuno gli muove il braccio per fare ciao ciao o gli fa scuotere la testa per dire si/no (il cadavere baffuto nel film Weekend con il morto non era quindi da ritenersi deceduto, ed il cui titolo italiano ovviamente dovrà essere modificato)

       

  • su Frankenstein ho ancora dei dubbi, ma si accettano consigli (ma solo se sei un cardinale o almeno un prete)

         

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